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A Tavola! L'offerta enogastronomica tra l'Astico e il Brenta - LE CILIEGIE

Ciliegie

A Tavola! L'offerta enogastronomica tra l'Astico e il Brenta - LE CILIEGIE

In questa guida turistica, Erasmo Gastaldello ha curato il capitolo dedicato ai prodotti alimentari locali. Prima edizione, aprile 1994. Curatore della guida, Valerio Belotti.


Il ciliegio appartiene al genere Prunus, famiglia delle Rosacee, ed è suddiviso in due specie: Prunus avium L., con frutto dolce, e Prunus cerasus L., con frutto acido.
Sia il ciliegio acido che quello dolce provengono, quasi sicuramente, dall'Asia Minore, anche se si sono poi evoluti in maniere molto diverse. Le origini etimologiche del nome ciliegio, derivano dal greco Kepá*iov, da cui il latino ceresium / cerasium.

Il Ciliegio dolce, o Ciliegio proprio, è un albero alto fino a 20 m., con foglie ovali doppiamente dentate, rugose e leggermente pelose nella parte inferiore. I fiori, bianchi e profumati, si formano in gruppetti e sono ermafroditi, contengono cioè sia gli organi maschili - stami -, sia quelli femminili - pistilli -, ma, nonostante ciò, non possono fecondarsi né con il proprio polline, né con il polline di altri fiori della stessa varietà. Sono, per questo, chiamati "autosterili" ed è quindi necessario piantare, vicine tra di loro, piante appartenenti a varietà diverse, per rendere possibile l'impollinazione incrociata che avviene soprattutto ad opera delle api.
Il frutto è cuoriforme, con dimensioni contenute (simili a quelle delle olive), con buccia edibile e lucida, di colore dal giallo - rossiccio al rosso - nerastro. La polpa, di colore simile alla buccia, può essere tenera o soda, aderente al nocciolo e con sapore dolce.
Le cultivar appartenenti alla famiglia del Ciliegio dolce, possono essere raggruppate in due varietà: "tenerine", con frutti a polpa molle e "duracine", con frutti a polpa dura.
Il Ciliegio acido, o Ciliegio agriotto, è invece più simile ad un arbusto o alberello, con altezza di 4-5 m. e ramoscelli sottili. Le foglie, abbastanza dure, lisce e diritte, sono di colore verde scuro. I fiori, in questo albero, sono "autofertili", possono cioè venire fecondati con polline proveniente da fiori della stessa varietà. Il colore del frutto (drupa), varia, a seconda della varietà, da rosso chiaro a rosso molto scuro. La buccia, edibile, tende a staccarsi dalla polpa che è molto succosa.

Per le diverse caratteristiche dei suoi frutti, il Ciliegio acido viene suddiviso in tre gruppi: quello delle "amarene", le cui drupe, appiattite alle estremità, sono di colore rosso pallido con succo incolore e sapore leggermente acidulo-amaro; il gruppo delle "visciole" o "agriotte", caratterizzato da frutti tondeggianti o cuoriformi, di colore rosso scuro, con succo rossastro e sapore decisamente acido; infine, il gruppo delle "marasche", con frutti tondi e piccoli, buccia e polpa di colore rosso scuro e sapore fortemente amaro-acido. La coltura del Ciliegio acido occupa un segmento molto limitato rispetto alla produzione globale.

Nella fascia pedemontana esplorata da questa guida, la cerasicoltura ha sempre rappresentato una fonte di commercio molto importante per l'economia. Non a caso, esiste, come già per il vino, un percorso segnalato, chiamato "Strada delle ciliegie". Questo percorso, ideato dal Consorzio Ortofrutticolo Pedemontano, unitamente ai comuni interessati, si snoda tra splendide colline e, partendo dal confine ovest del territorio comunale di Bassano, si conclude dopo circa 25 Km. sulla dorsale del monte Poggio, ad oriente di Breganze.
Durante il periodo della fioritura (mese di Aprile), il paesaggio è davvero incantevole; ci si ritrova immersi in un mare di fiori bianchi che "addolciscono" ancora di più le morbide rotondità collinari.
Questo rilassante e poetico saliscendi tra prati e alberi fioriti, interessa i territori di Bassano del Grappa, San Michele, Valle San Floriano, Crosara, San Luca, Pianezze San Lorenzo, Molvena, Mason, Breganze e Marostica, considerata la "perla del vicentino", famosa, oltre che per la "Partita a scacchi", proprio per le sue ciliegie denominate "Marostegane".
Tra la fine di maggio e la prima quindicina di giugno, molti dei comuni sopraccitati dedicano a questo frutto delle "Sagre" paesane ricche di folclore; in particolare Mason, dove si trova il più grosso centro di commercializzazione delle ciliegie, Pianezze San Lorenzo e Marostica, che ospita la "Mostra regionale della ciliegia".
Al Ciliegio dolce, capostipite di numerosissime varietà, appartengono anche tutte le cultivar presenti sulle nostre colline. Queste cultivar sono frutto di selezioni operate negli ultimi anni. Un tempo, infatti, le varietà erano molto più numerose, ma sono state successivamente ridotte, privilegiando quelle più resistenti al gelo e alle malattie, con frutti grossi, esteticamente ed organoletticamente migliori e, di conseguenza, più richiesti dal mercato attuale.
Il periodo di raccolta delle ciliegie va dalla 3a decade di maggio alla 3a decade di giugno, in quanto ogni varietà ha il suo tempo di maturazione che gli addetti ai lavori classificano come "varietà precoci" - "medio precoci" - "varietà medie" - "medio tardive" - "tardive".
Vediamo ora quali sono le cultivar di ciliegie presenti sulle nostre colline, suddividendole per epoca di raccolta:
  • Terza decade di maggio: Sandra precoce, Roana precoce, Bigarreau Moreau o ciliegia francese.
  • Prima decade di giugno: Bella di Pistoia, Moretta o Morettona, Ferrovia, Durone nero I, Durone rosso di Mason.
  • Seconda decade di giugno: Roana tardiva, Romana, Durone milanese.
  • Terza decade di giugno: Sandra tardiva.

    I cerasicoltori della "Strada delle ciliegie" intendono, comunque, proseguire verso un continuo miglioramento. La Comunità Montana dall'Astico al Brenta e i comuni interessati stanno portando avanti, già da qualche anno, corsi di aggiornamento professionale che, in contemporanea con sperimentazioni genetiche atte a creare nuove e più produttive cultivar, consentiranno di operare in futuro con una sempre crescente qualità di prodotto.
    La richiesta di ciliegie "buone e belle" è in continua ascesa e chissà che i nostri cerasicoltori riescano anche a concretizzare una possibile I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta)
    L'I.G.P. è stata poi effettivamente ottenuta, prima in Italia per questo prodotto, nel 2003.

    (La parte botanica di questa scheda è stata realizzata grazie alle informazioni contenute ne "Le ciliegie del contado di Marostica", del prof. Antonio F. Celotto, Sant'Eulalia del Grappa, Ed. Misquile, 1992.

    Foto di svklimkin da Pixabay
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